Breve introduzione alla Medicina dei simili: spiegazioni e consigli sui principi essenziali della metodologia omeopatica.
Oggi in Italia 8 milioni di pazienti si curano con l’Omeopatia. In Europa i numeri sono ancora più grandi: sono 70 milioni quelli che hanno scelto la medicina dei simili e sono 50.000 ( solo in Italia 8000 ) i medici seguaci di Samuel Christian Friedrich Hahnemann.
Come si spiegano questi numeri ? Si spiegano con il successo curativo di questa Scienza medica efficace e priva di effetti tossici e/o nocivi.
Gandhi definì l’Omeopatia medicina non violenta, efficace in assenza di effetti collaterali, utile per il bambino, lo scolaro, in gravidanza, durante il parto ed il puerperio. Omeopatia, Medicina di ogni fase della nostra vita, utile nel ristabilire l’ armonia del nostro organismo e l’adattamento alle condizioni di vita determinate dal vivere nel mondo moderno.
“ L’Omeopatia è il metodo terapeutico più avanzato e più raffinato che consente di trattare il paziente in modo economico e non violento “ ( Mahatma Ghandi )
La definizione di medicina “ alternativa “, spesso usata per definire l’Omeopatia per nulla si adatta a questa : l’Omeopatia non è alternativa a nessuno , è una medicina con pari dignità ed importanza di altre, come quella allopatica o come l’Agopuntura o la Fitoterapia.
Parimenti, è senza senso, definire l’Omeopatia “ complementare “ o “ integrativa “ o naturale o altro ancora.
La scienza medica è una e l’Omeopatia ne fa parte a tutti gli effetti .
L’Omeopatia si basa sul principio del “ similia similibus curentur “ : i simili curano i simili. In altre parole, quella sostanza che è in grado di provocare un sintomo è in grado di curarlo.
Fu Ippocrate, uno dei padri della Medicina, ad accorgersi che i lavoratori della Cantaride, o mosca spagnola, si ammalavano di cistite emorragica. Ebbene, Ippocrate nel III ° sec. a C. , notò che la Cantaride somministrata in dosi opportune cura le cistiti emorragiche.
Parlo di dosi opportune , e non di dosi omeopatiche, perché Ippocrate non conosceva un ‘altro principio dell’ Omeopatia , quello della diluizione e della dinamizzazione: una sostanza attiva per diventare un medicinale omeopatico deve essere diluita tante volte fino ad ottenere una dose infinitesimale o, spesso, superando l’esponenziale di Avogadro, l’assoluta mancanza di principio attivo nel rimedio omeopatico. La diluizione unita alla dinamizzazione , cioè alla succussione ripetuta del substrato, stabilisce il secondo principio dell’Omeopatia.
Per farmi meglio comprendere farò un altro esempio. La cipolla usata in dosi ponderali provoca secrezione congiuntivale e nasale: sono i sintomi del comune raffreddore. Allium cepa, il rimedio ottenuto dalla comune cipolla, è il farmaco omeopatico del raffreddore, ma solo se viene usato in dose infinitesimale e quindi in dose omeopatica.
Le sostanze vengono diluite per eliminare il loro effetto tossico legato all’uso ponderale , e dinamizzate per aumentare invece l’effetto terapeutico tramite la amplificazione della loro informazione primordiale.
Avremo quindi una azione patogenetica determinata dal potere tossicologico della sostanza usata in dosi ponderali ed una azione terapeutica connessa al potere curativo della sostanza usata in dosi infinitesimali.
Il terzo importante principio è quello dell’Omeopatia considerata medicina olistica: l’omeopata cura l’intero organismo “ ολοσ “ tutto intero, mai un singolo organo.
Per intenderci se ho un paziente con la cefalea curerò tutto il suo organismo, non la sua testa. Curando e riequilibrando il suo intero essere otterrò la scomparsa del sintomo cefalea.
I TRE GRANDI PRINCIPI DELL’OMEOPATIA
la sostanza che provoca la malattia può guarire quella stessa malattia.
perché sia efficace il rimedio deve essere somministrato in dosi infinitesimali dopo essere stato diluito in un substrato.
l’uomo deve essere considerato un
unico organismo di cui nessuna parte è curabile senza intervenire
sull’intera unità funzionale.
In Omeopatia si cura l individuo e non una sua parte, si cerca la vera guarigione, cioè il raggiungimento dell’equilibrio vitale e non la scomparsa o la soppressione di un sintomo.
Ecco quindi chiarita l’etimologia della parola Omeopatia: dal greco ομοιοσ = simile e παθηοσ = sofferenza.
Tra le scienze, l’Omeopatia, è sicuramente una delle più antiche; abbiamo visto che tra i suoi ideatori vi fu addirittura Ippocrate , progenitore della medicina. Dopo Ippocrate, che per primo intuì il pensiero dei “ Simili “, questo non ha più importanti seguaci. Dobbiamo aspettare che, nel periodo a cavallo tra il XVIII ° ed il XIX ° secolo , il padre dell’Omeopatia moderna, Samuel Christian Friedrich Hahnemann , ponesse le basi del pensiero omeopatico,tutt’oggi valido.Fu il medico tedesco a coniare la parola Omeopatia e a dare rigore scientifico alla materia .
Bisogna chiarire che l’omeopata vede la malattia come il tentativo di un organismo inefficiente di liberarsi della propria sofferenza. La febbre, per esempio, viene considerata una reazione difensiva ; per questo motivo l’Omeopatia , a differenza della medicina allopatica, non è mai soppressiva o coercitiva, ma al contrario è medicina di stimolo. Lo stimolo, portato attraverso il farmaco omeopatico al corpo umano, ne potenzia le capacità di autoguarigione. Per questo motivo i bambini, che hanno ancora integre le capacità reattive e difensive, sono pazienti particolarmente adatti alle terapie omeopatiche. L’organismo del bambino non è stato ancora aggredito e mortificato dalle terapie coercitive e soppressive proprie della medicina allopatica e conserva integra le capacità immunoresponsiva.
Un altro tipo di paziente che si giova in modo eccezionale dei rimedi omeopatici sono le future mamme. In gravidanza infatti bisogna evitare qualsiasi sostanza tossica, e noi tutti sappiamo quanto sono tossici i farmaci allopatici, per evitare al bambino gravi effetti negativi . Questi effetti non sono dovuti solo all’effetto teratogeno di alcuni farmaci ma anche al risultato di stimoli inibitori e distruttivi, di cui nulla sappiamo, su un organismo in formazione . In gravidanza i farmaci omeopatici possono essere assunti liberamente perché non sono tossici ne per la mamma ne per il feto. Inoltre alcune condizioni , come la agalattia e la ipogalattia ( assenza e diminuzione della montata lattea ) , semplicemente non prevedono un terapia di tipo allopatico, mentre l’Omeopatia ci da sempre e comunque una freccia in più all’arco delle nostre potenzialità curative.
Ma con l’Omeopatia possono , anzi dovrebbero, curarsi tutti, giovani e anziani, fino a quando conservano anche un minimo di energia vitale, indispensabile per la guarigione e per il recupero dell’equilibrio eugenetico , presupposto di vera e duratura risposta terapeutica .
Se la colonna portante della Omeopatia è la legge di similitudine, non bisogna, però, dimenticare che questa è anche Medicina delle diversità. Infatti, nell’ottica di un approccio olistico al paziente, non si può non ricercarne l’individualità, e quindi la assoluta personalizzazione della scelta terapeutica.
La capacità reattiva alla malattia non è mai uguale negli individui e deve essere sempre ricercata per ottenere il simile. ( Il medicinale le cui caratteristiche più si adattano a quelle del paziente.) In effetti la semeiotica omeopatica non mira, come quella allopatica, alla diagnosi di malattia, si propone invece di individuare il farmaco più adatto al malato.
La semeiotica omeopatica tende quindi alla diagnosi di rimedio, non di malattia.
SEMEIOTICA CLASSICA > DIAGNOSI NOSOLOGICA > TERAPIA CONVENZIONALE
SEMEIOTICA OMEOPATICA > DIAGOSI DEL RIMEDIO > TERAPIA OMEOPATICA
“ I farmaci omeopatici possono avere varie forme:
- Granuli : sono sfere di lattosio e saccarosio che pesano 50 mg. Ogni tubetto ne contiene 80 . La dose giusta e di 3 – 5 granuli per ogni somministrazione.
- Globuli : sfere di lattosio e saccarosio del peso di 5 mg. Un tubo dose contiene 200 granuli, che vengono assunti in unica somministrazione.
- Gocce : soluzione, a vario titolo di diluizione, in alcol.
I rimedi omeopatici hanno nomi latini che era la lingua scientifica ai tempi di Hahnemann. Cosi oggi gli omeopati si capiscono in tutti i paesi del mondo. “
In Omeopatia l’efficacia di un farmaco non dipende assolutamente dal numero dei granuli , o dei globuli, che vengono assunti. L’efficacia della cura dipende invece dalla potenza del rimedio e dalla sua frequenza di somministrazione. La potenza del rimedio è data dalla sua diluizione. Useremo potenze diverse ( Ch, Dh, K, LM ) a seconda che ritratti una patologia acuta ( basse – medie potenze ) o cronica ( medie – alte potenze ) .
La frequenza è invece determinata dalla patologia in oggetto.
Facciamo un esempio: in caso di malattia acuta useremo un bassa diluizione , una 5 CH o una 6 – 30 K , o una 6 LM , tante volte al giorno. In caso di malattia cronica useremo una alta diluizione, 30 CH o 200 K, oppure 30 LM una volta la settimana o al mese.
Quando ci rechiamo dal nostro Medico omeopata, dobbiamo imparare a riferire i nostri sintomi soggettivi. Tutte le sensazioni anormali che noi avvertiamo devono essere riferite perché il Medico da solo non le può rilevare. Spesso succede che nonostante tutti gli esami diagnostici siano normali noi continuiamo a soffrire per svariati malesseri. Se il paziente è in grado di riferire al Medico con precisione questi sintomi, il Medico cercherà di riconoscerli tra quelli riportati nella materia medica, e di scegliere il rimedio più “ simile “ ai nostri sintomi.
Il paziente che comincia una cura omeopatica, se utilizza farmaci allopatici, li deve eliminare. Non ci si può curare seguendo contemporaneamente la legge dei simili e quella dei contrari.
Può succedere, che all’inizio della terapia, si noti un aggravamento dei sintomi. Si verifica, in questo caso, un peggioramento omeopatico ; non bisogna sospendere la terapia , anzi, questo è un segno che la cura sta funzionando bene e presto si noteranno i primi miglioramenti.
Nella mia esperienza di omeopata mi sono sempre chiesto come alcuni Medici ed alcuni pazienti non hanno nessuna difficoltà ad usare farmaci come la nimesulide per un semplice mal di testa e/o antibiotici di svariata natura in casi in cui non sono assolutamente necessari, pur conoscendone bene i potenziali effetti collaterali e i danni che possono determinare al nostro organismo. Quelli stessi Medici e quegli stessi pazienti hanno invece difficoltà a prescrivere o ad usare un rimedio omeopatico , che nelle peggiore delle ipotesi può essere semplicemente inutile ma mai dannoso. Nella mia esperienza di Ginecologo Oncologo ospedaliero ho sempre cercato di scegliere per i miei pazienti la terapia più adatta a loro. Ci saranno certamente uomini e donne per i quali la chirurgia o la terapia tradizionale sono utili ed indispensabile, ma ci sono anche tanti pazienti che meritano una terapia omeopatica che sarà per loro strumento di pronta guarigione, senza esporli a rischi, presenti e futuri, per la loro salute.
Il Medico preparato deve
sapere scegliere la cura più adatta al proprio paziente, in scienza e
coscienza, senza mai dimenticare il celebre aforisma , imprescindibile
per ogni terapeuta : primum non nocere.
L’Omeopatia dovrebbe entrare a pieno titolo negli ospedali pubblici come avviene in diversi paesi del mondo, e, anche se in alcune realtà sono stati fatti passi da gigante , molto resta da fare, soprattutto nelle regioni meridionali perché tutti i pazienti possano avere diritto alla terapia migliore , più efficace ed “ indolore “ .
La nascita dell’omeopatia
Nel 1827 Bigel affronta il problema di definire l’omeopatia. Dovendo egli presentare questo metodo terapeutico alla comunità scientifica : omeopatia è trattare i malati impiegando in dosi infinitesimali farmaci capaci di provocare in un soggetto sano sintomi analoghi a quelli della malattia che si intende trattare.
Questa definizione si rifà all’enunciato ippocratico ” SIMILIA SIMILIBUS CURENTUR ” . Ippocrate infatti per primo si accorse che i ” SIMILI CURANO I SIMILI ” cioè che esistono in natura delle sostanze che hanno la capacità di curare quegli stessi sintomi che esse stesse provocano.
Un rimedio importante in omeopatia è Allium cepa, la cipolla; come tutti sappiamo, la cipolla, provoca lacrimazione e secrezione nasale. In omeopatia Allium cepa è il rimedio della lacrimazione e della secrezione nasale.
Torniamo ad Ippocrate. Egli si accorse che i lavoratori della cantaride, un insetto usato per la tintura delle stoffe, soffrivano di cistiti emorragiche. Egli uso la stessa cantaride per curare , con successo ,le cistiti emorragiche. Cantharis è uno dei rimedi delle cistiti e dei disturbi della vescica.
Dopo Ippocrate il pensiero dei ” SIMILI ” non ha più importanti seguaci e dobbiamo aspettare che, nel periodo a cavallo fra il XIII ° ed il XIX ° secolo, il padre dell’omeopatia moderna, Christian Samuel Hahnemann , vissuto tra il 1755 ed il 1843, ponesse le base del pensiero omeopatico tutt’oggi sempre valido.
Dalla teoria alla sperimentazione. Influenza del pensiero galileiano nella formulazione della legge dei simili.
Grande influenza nel pensiero scientifico di Hahnemann ebbero sicuramente le teorie galileiane. Lo scienziato italiano, fondò infatti il proprio pensiero sull’evidenza scientifica della sperimentazione, che deve sempre dimostrare una ipotesi per arrivare ad una teoria.
Galileo Galilei fu infatti definito il primo ” scienziato sperimentatore “.
La fiducia nell’esperienza e nell’osservazione al di la di ogni costruzione teorica e quindi la nascita di una ” nuova scienza ” apriranno un capitolo fondamentale nel pensiero scientifico dell’epoca. Nel “Sidereus nuncius ” , nel 1610 , Galileo annuncia la scoperta dei satelliti di giove , identificati con il cannocchiale a Padova, da lui chiamati ” stelle medicee “. In questo modo Galileo comincia un percorso di avvicinamento alle teorie copernicane e di allontanamento da quelle ecclesistiche imperanti all’epoca. Egli si oppone nettamente al mondo scientifico del suo tempo e comincia ad avere seguaci ed allievi. Queste teorie porteranno lo scienziato pisano a contrapporsi alle teorie di Tolomeo e di Aristotele sull’immutabile perfezione dei mondi celesti, e, a diventare nel 1633 vittima del sant’uffizio e alla pubblica abiura il 21 giugno dello stesso anno.
Hahnemann fu uno scienziato sperimentatore? La domanda è retorica. Indubbiamente si. Hahnemann si contrappose alla cultura ufficiale dell’epoca influenzata dal pensiero alchemico e galenico ? Rivoluzionò egli sia la medicina che la farmacia dellepoca pervasa da una sorta di empirismo neo ippocratico ? Indubbiamente si. I suoi contemporanei definiranno l’omeopatia una ” nouvelle medicine ” o un “nouveau regard ” secondo l’espressione di Michelle Foucault.
Partendo dall’ipotesi: legge dei simili , Hahnemann somministrava a pazienti e parenti, in dosi non tossiche, sostanze capaci di provocare una sintomatologia in soggetti sani e di curare quegli stessi sintomi in soggetti ammalati. Si crea quindi un binario parallello e sinergico tra azione ponderale , tossicologica, di una sostanza e azione terapeutica , a dosi infinitesimali, di quella sostanza.
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